Diagnosi e Trattamento Infezione da HPV

HPV
Si trasmette per contatto diretto (skin-to-skin), generalmente attraverso i rapporti sessuali (vaginali o anali), in presenza ma anche – meno spesso – in assenza di penetrazione. Le infezioni da HPV sono molto più rare nelle donne che riferiscono di non aver avuto precedentemente rapporti sessuali e infatti si riscontrano in meno del 2% di questa popolazione.
Il comportamento sessuale è altamente indicativo del rischio di contrarre l'infezione: per esempio, il numero di partner sessuali è direttamente correlato al rischio di HPV, come pure i rapporti sessuali con un nuovo partner sono più a rischio rispetto a quelli con un partner abituale. In sintesi, sulla base degli studi più accreditati, i principali fattori di rischio implicati nella acquisizione delle infezioni da HPV nelle giovani donne sono:


  • – età inferiore a 25 anni
  • – maggior numero di partner sessuali
  • - giovane età al momento del primo rapporto sessuale (pari od inferiore a 16 anni)
  • – partner maschile che ha (o ha già avuto) diversi partner sessuali.

Benché circa la metà degli uomini e delle donne sessualmente attive si infetti con HPV ad un certo punto della propria vita, la maggior parte delle infezioni da HPV è transitoria per cui guarisce spontaneamente senza lasciare esiti. La durata media di una nuova infezione è di circa 8 mesi e, in generale, il 70% delle donne elimina il virus entro un anno ed il 90% entro due anni dalla prima diagnosi.

Lo sviluppo graduale di una risposta immunitaria efficace è probabilmente il meccanismo attraverso il quale si ottiene l'eliminazione del virus; tuttavia va rilevato che il virus può – seppur raramente – permanere all'interno delle cellule in uno stato quiescente per poi riattivarsi molti anni dopo.
L'esame citologico eseguito nelle donne con infezione transitoria può dimostrare la presenza delle cosiddette cellule squamose atipiche di significato non determinato (ASCUS) o di lesioni intraepiteliali squamose di basso grado (LSIL).
Si tratta di alterazioni citologiche lievi che sono essenzialmente la conseguenza dell'effetto indotto dal virus sulla cellula e che possono andare incontro ad una regressione spontanea.
Circa il 10% delle donne infettate va incontro invece ad una infezione persistente.
La permanenza del virus è correlata alla presenza di genotipi ad alto rischio e, sotto questo profilo, il tipo 16 è quello in grado di persistere più a lungo. Le donne con infezione persistente causata dai tipi di HPV ad alto rischio possono andare incontro ad alterazioni citologiche che sono a tutti gli effetti delle lesioni precancerose. Secondo la classificazione oggi in uso (Bethesda 2001), queste lesioni sono definite istologicamente dalla sigla CIN (cervical intraepithelial neoplasia) e seguite da un numero che ne definisce la progressiva gravità.
Si ritiene inoltre che il tempo fra l'inizio della infezione da HPV e lo stadio CIN 3 varia da 7 a 15 anni, per cui un'infezione iniziata fra i 15 ed i 20 anni di età, può passare allo stadio CIN 3 fra i 25 ed i 30 anni.

Oltre al genotipo di HPV responsabile del rischio di progressione della infezione e di cancro, esistono altri fattori possibilmente associati, ad esempio le condizioni di immunosoppressione di qualunque origine fra cui infezione coesistente da HIV.
Fumo di sigaretta, parità, fattori nutrizionali e coinfezione con Chlamydie sono stati di volta in volta segnalati come fattori associati.
Tuttavia, i fattori più importanti associati con lo sviluppo di un cancro cervicale sono il mancato o infrequente ricorso allo screening citologico (Pap test) ed all'HPV Test.

La terapia delle lesioni da HPV è variabile secondo il tipo e la sede delle lesioni da trattare. I condilomi presenti a livello di perineo, vulva e vagina vanno distrutti mediante diatermocoagulazione con elettrobisturi o mediante vaporizzazione con laser.

In occasione del trattamento potrebbe essere opportuno prelevare qualche condiloma da sottoporre ad esame istologico per una conferma della diagnosi.
Per quanto riguarda le lesioni a livello del collo dell’utero è determinante l’eventuale associazione di una Displasia e il grado di quest'ultima (lieve, moderata o grave). Nel trattamento di queste lesioni è sempre raccomandabile poter effettuare l'esame istologico di tutta la lesione asportata.
Per tale motivo sono sconsigliati quei metodi di trattamento che mirano alla distruzione della lesione (diatermocoagulazione o vaporizzazione laser) senza possibilità di esame istologico.
Pertanto si preferiscono quei trattamenti che consistono nella escissione di tutta la lesione (ansa diatermica, conizzazione o laser-conizzazione) e possibilità quindi di un suo esame istologico.

Essendo l'HPV trasmesso il più delle volte attraverso l'attività sessuale, la prevenzione si basa su un comportamento sessuale attento nel prevenire ogni genere di infezioni. In particolare si raccomanda l'uso del profilattico in occasione di rapporti sessuali con persone infette e in caso di rapporti sessuali occasionali. Inoltre, per il precoce riconoscimento delle infezioni da HPV e la prevenzione delle lesioni ad esso associate (displasie) è fondamentale un regolare controllo con il Pap-Test ed HPV-Test e, quando necessario, con la Colposcopia.

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