Colposcopia, Vulvoscopia

Colposcopia
Tecnica diagnostica ideata nel 1925 da Hinselmann per la diagnosi del carcinoma della portio, consiste nello studio del collo dell'utero e del tratto vaginale per mezzo del colposcopio, strumento ottico che permette una visione stereoscopica a diversi ingrandimenti, da 10 fino a 60 volte, composto da un sistema ottico, uno stativo e una sorgente luminosa. È un esame di facile esecuzione e non invasivo.
Il colposcopio consente di osservare, ad ingrandimento variabile e con un’intensa illuminazione, la superficie della vagina e dell’esocervice. È così possibile individuare lesioni ed aree sospette non visibili ad occhio nudo.
La colposcopia oltre a costituire un esame indispensabile nei casi con Pap Test anormale, allo scopo di individuare la sede della lesione, di valutarne l’estensione e di ottenere la diagnosi istopatologica sulla base di biopsie mirate effettuate sulle aree più sospette può essere effettuata nel corso di ogni visita ginecologica e costituisce un mezzo indispensabile per la prevenzione e la diagnosi delle patologie del tratto genitale inferiore.
Costituisce inoltre una metodica fondamentale per la diagnosi delle infezioni da HPV mostrando una sensibilità superiore rispetto al Pap Test. Rappresenta poi la guida indispensabile per trattamenti sia di tipo distruttivo che escissionale.
Una biopsia cervicale effettuata senza guida colposcopica in assenza di una lesione visibile comporta il rischio di una diagnosi istologica falsa negativa in oltre il 20% dei casi.

Vulvoscopia
È parte integrante dell'esame colposcopico. Consiste nell'osservazione della vulva e dei tessuti circostanti con il colposcopio. Si possono diagnosticare lesioni batteriche, flogistiche, micotiche, virali (condilomi), preneoplastiche e neoplastiche.